Partito di Alternativa Comunista

Ilva: produrre e morire Un accordo truffa, una fabbrica di morte

Ilva: produrre e morire

Un accordo truffa, una fabbrica di morte

 

 

di Diego Bossi (operaio Pirelli)

 

 

 

Lavorare o vivere? Questo è il problema. In questa rivisitazione odierna del dubbio amletico si ripropone, in tutta la sua grandezza, l’atrocità che il sistema economico capitalista infligge all’uomo e alla società, dove l’Ilva di Taranto ne rappresenta solo l’esempio più celebre. Non dobbiamo dimenticare che la corsa al profitto della borghesia non esplica i suoi effetti solo sullo sfruttamento dei salariati – quello è l’aspetto più eclatante – ma infetta e uccide ogni altra sfera diretta e indiretta della filiera produttiva: dalla corruzione e il controllo delle istituzioni borghesi all’avvelenamento ambientale, passando per le cosiddette «morti bianche», che noi continueremo a chiamare col loro vero nome: omicidi del capitale; e che all’Ilva di Taranto fanno schizzare la macabra contabilità a cifre vertiginose.

 

La fabbrica dei tumori e dei morti sul lavoro

Quando sentiamo parlare di Ilva tutti immaginiamo l’enorme acciaieria tarantina che sputa veleno nel cielo e copre gli intonaci dei palazzi con la fuliggine. E il picco di casi oncologici, di malattie respiratorie infantili e di ricoveri (1) che interessa il territorio adiacente all’Ilva ci ricorda con prepotenza che il prezzo per un’occupazione lavorativa è la salute della popolazione proletaria circostante. Quella tra lavoro e salute è una scelta da respingere con determinazione, un vero e proprio ricatto padronale ai danni dei lavoratori e di tutti gli abitanti dei quartieri popolari sorti nelle vicinanze dell’Ilva: volete il lavoro per mantenere voi e le vostre famiglie? Allora dovete respirare e ingerire il veleno che la nostra fabbrica emette! No, noi non ci stiamo, questo non lo possiamo accettare! Qualsiasi lotta relativa all’Ilva – ma questa per noi è una regola generale – non può prescindere dalla rivendicazione degli standard minimi di tutela della salute e dell’ambiente, perché nessuno vuole lavorare per mantenere una famiglia destinata a morire di cancro! A una situazione già di per sé tragica, aggiungiamo centinaia di vittime sul lavoro negli ultimi decenni: una vera e propria ecatombe. (2)

 

L’ennesimo accordo a perdere: l’impotenza dello Stato e dei partiti borghesi e la cigiellizzazione di Usb

In questo quadro drammatico e urgente, le burocrazie sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Usb, al tavolo col governo e con Arcelor Mittal, hanno svolto il ruolo di soccorritori della borghesia siglando un accordo che abbiamo illustrato sul nostro sito nazionale (3) e che in estrema sintesi prevede tremila esuberi (senza contare l’indotto), nessuna estinzione di debiti pregressi da parte della nuova proprietà, perdita delle vecchie tutele, nessuna riconversione ambientale, carta bianca ai trasferimenti punitivi e la solita cigs utilizzata per sbarazzarsi dei dissidenti. (4) Un accordo nefasto che se non altro ha il merito di sbugiardare le false promesse elettorali del Movimento 5 stelle che si sta accreditando sempre di più come affidabile interlocutore politico dei padroni. Se da una parte cade il castello delle illusioni pentastellate, dall’altra, l’ingresso a pieno titolo della direzione di Usb nel club dei tavoli a perdere (per i lavoratori, perché i burocrati hanno sempre da guadagnarci) con la borghesia, è ormai un fatto consolidato che vede l’apparato dell’Unione sindacale di base sempre più distante dal resto del sindacalismo di base e sempre più adiacente alle stanze del potere e alle dinamiche della politica borghese, tanto che il loro leader, Sergio Bellavita (ex Cgil), ha rilasciato alla stampa dichiarazioni che lasciano intendere un buon lavoro riparatorio del Movimento 5 stelle verso i contenuti contrattuali del precedente governo. (5) Possiamo ipotizzare che il Movimento 5 stelle sarà il nuovo riferimento politico di Usb nella medesima misura in cui il Pd lo è per la Cgil? Staremo a vedere. Quello che per noi è sicuro è che il baricentro di un’organizzazione sindacale debba risiedere nei lavoratori ed esplicarsi attraverso sane e genuine pratiche di democrazia operaia e solidarietà di classe. I primi ad essere danneggiati dalla capitolazione di Usb sono proprio i lavoratori combattivi di quel sindacato.

 

Unire le forze e lottare insieme contro la tirannia del profitto

Non ci saranno vie borghesi che porteranno soluzioni per i proletari, nessun partito dell’arco parlamentare avrà la possibilità e la volontà di frapporre gli interessi dei lavoratori tra i padroni e il loro profitto. Alla nuova proprietà dell’Ilva di Taranto nulla importa della riconversione ambientale e dei livelli occupazionali: i capitalisti non vivono nei quartieri avvelenati e per loro i diritti e la salute dei lavoratori sono solo un fastidioso ostacolo alla loro ricchezza. Vi sono molti esempi in Europa di acciaierie nelle quali i problemi ambientali sono stati ampiamente risolti e diversi studi scientifici condotti dimostrano che è possibile ridurre sino al 90% (6) il livello di inquinamento con nuove tecnologie, portandolo a valori confrontabili con quelli di città dove non sono presenti questi stabilimenti. È dunque possibile conciliare lavoro e salute. Oggi più di ieri noi operai di vecchia generazione siamo forti di un’esperienza pluridecennale che ci ha svelato le trame del capitalismo, dove i padroni, con la complicità attiva e passiva dello Stato e delle direzioni dei grandi apparati sindacali, hanno fagocitato progressivamente diritti sindacali e lavorativi guadagnati in anni di dure lotte. All’Ilva di Taranto la riconversione ambientale dev’essere una parola d’ordine e al contempo una pregiudiziale per il proseguimento di qualsiasi trattativa, perché il prezzo del lavoro non può e non deve essere l’avvelenamento sistematico della popolazione locale. Unire nell’azione le lotte dei proletari contro il capitalismo è l’unica strada vincente! Perché lo sfruttamento non conosce razza, genere e orientamenti sessuali; non si frammenterà in categorie lavorative o collocazioni sindacali e non distinguerà i nativi dagli immigrati: a un attacco di classe è necessaria una reazione unitaria di classe!

 

Note

1) https://bari.repubblica.it/cronaca/2016/10/03/news/ilva-149011235/?refresh_ce

2) https://www.corriereditaranto.it/2016/09/17/2ilva-calendario-delle-morti-bianche/

3) https://www.alternativacomunista.it/sindacato/-ilva-di-taranto-ennesimo-accordo-sulla-pelle-degli-operai

4) https://www.laringhiera.net/ilva-comincia-lera-mittal-a-taranto-in-cigs-anche-operai-liberi-e-pensanti-e-ambientalisti/

5) https://www.corriereditaranto.it/2018/09/06/accordo-ilva-le-reazioni-dei-sindacati2/

6) http://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/ambiente-o-produzione-di-acciaio-possibile-uscirne

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