12 dicembre: per una mobilitazione permanente
fino alla cacciata del governo Meloni!

Nota del Dipartimento sindacale del Pdac
Lo sciopero è lotta dei lavoratori, non esibizione dei burocrati e degli apparati!
Le mobilitazioni dell’autunno in solidarietà con la Resistenza palestinese e contro le politiche antioperaie e guerrafondaie del governo Meloni hanno avuto nello sciopero generale del 3 ottobre e nella oceanica manifestazione nazionale a Roma del 4 il loro punto più alto. Non si è trattato di un fuoco di paglia, ma dell’inizio di una fase di lotte e mobilitazioni su tutto il territorio nazionale come non si vedevano da decenni. A dimostrazione di quanto la parola d’ordine di uno sciopero prolungato fino alla cacciata del governo non fosse una rivendicazione astratta.
Per questo riteniamo un grave errore la scelta della Cgil di proclamare lo sciopero il 12 dicembre, più di due mesi dopo il precedente, tra l’altro senza confluire sulla data del 28 novembre, mobilitazione convocata dai sindacati di base (anche questa in ritardo rispetto alle necessità della lotta di classe). La stessa piattaforma rivendicativa a sostegno della giornata di lotta, dove non viene mai citata la lotta del popolo palestinese contro l’aggressione genocida dell’entità sionista (aggressione sostenuta e finanziata dai Paesi imperialisti, Italia in testa), dimostra come la volontà dei dirigenti della Cgil non sia quella di dare continuità alle lotte, né quella di avanzare una reale alternativa economica e sociale alla crisi del capitalismo. Davanti alla distruzione dello Stato sociale (scuola, pensioni, sanità, trasporti), all’aumento delle spese militari, alla precarietà, alla perdita del potere d’acquisto dei salari che la Legge di Bilancio a firma Meloni-Giorgetti impongono, non è più tempo di tentennamenti e mezze misure. È grave che i dirigenti dei sindacati confederali (Cgil inclusa) abbiano sottoscritto il rinnovo contrattuale dei metalmeccanici con un irrisorio aumento di 205 euro lorde in 4 anni, confermando (e rivendicando!) il modello Ipca che ha paralizzato il potere d’acquisto e impoverito i lavoratori negli ultimi 35 anni; al contempo promuovendo lo scippo del Tfr per finanziare la previdenza integrativa privata!
La giornata di lotta del 12 dicembre deve andare al di là delle intenzioni degli apparati sindacali: deve diventare la giornata che determina un rinnovato slancio alle mobilitazioni dei mesi di settembre e ottobre, per questo facciamo appello a tutti i sindacati di base e ai lavoratori ovunque collocati ad aderire e partecipare allo sciopero. Bisogna seguire l’esempio dei lavoratori dell’Ilva di Taranto e Genova, che con coraggio e abnegazione stanno scioperando uniti, bloccando strade, occupando le fabbriche, respingendo gli attacchi della polizia e dimostrando così coi fatti di non accettare di essere vittime sacrificali sull’altare del profitto.
Dalle fabbriche alla Palestina, la lotta dei proletari e dei popoli oppressi ci indica la strada. Il capitalismo può e deve essere abbattuto per permettere all’umanità di poter vivere e prosperare.
Blocchiamo tutto!
Opponiamoci a una legge finanziaria di austerità e guerra!
Cacciamo il governo Meloni e la truffaldina opposizione borghese Pd, 5Stelle, Avs!
Costruiamo il partito e l’internazionale rivoluzionari!
Uniamoci in un’unica guerra di classe: per un’alternativa socialista!























