Partito di Alternativa Comunista

Settore aereo tra pandemia, profitti e sfruttamento: che questa calda estate sia il preludio di una riscossa

Settore aereo tra pandemia, profitti e sfruttamento:

che questa calda estate sia il preludio di una riscossa

 

 

 

di Daniele Cofani (operaio Alitalia)

 

Senza dubbio l’estate del 2022 sarà ricordata per la ripartenza del settore aereo dopo le restrizioni introdotte negli ultimi 2 anni sui voli internazionali nel tentativo di limitare la diffusione del Covid-19; un decollo che però pone le basi sulle già pessime condizioni di sfruttamento e precarietà a cui sono sottoposti migliaia di lavoratori e lavoratrici nella sola Europa, che durante questa calda estate, con scioperi e mobilitazioni, stanno dimostrando di non essere intenzionati a pagare loro il rilancio del settore.

 

Pandemia, licenziamenti e voli cancellati

Il settore aereo è stato tra i più colpiti durante la pandemia, con lunghi periodi caratterizzati da restrizioni che hanno ridotto al minimo le attività. Chiaramente questa forte riduzione dell’operativo, avvenuto durante questi 2 ultimi anni, non ha intaccato le tasche stracolme delle compagnie aeree e delle società aeroportuali: i vari governi europei hanno versato diversi miliardi nelle casse dei vettori, 7 miliardi ad Air France, 9 a Lufthansa, per non parlare dei 3 miliardi stanziati in Italia per distruggere la compagnia di bandiera attraverso il piano Ita. Inoltre, dal primo momento, le varie multinazionali del settore sono state esonerate dal pagare le varie tasse e concessioni aeroportuali, ma soprattutto gli stipendi delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso il pagamento (dimezzato) dei salari da parte delle casse pubbliche con la cassa integrazione, al netto dei lavoratori precari che sono stati licenziati alla scadenza del proprio contratto.
Va aggiunto che durante la pandemia ci sono stati moltissimi licenziamenti mascherati da esodi incentivati, e molte società hanno sfruttato il momento di crisi per ristrutturarsi o chiudere direttamente: solo in Italia hanno chiuso i battenti 4 compagnie con migliaia di licenziamenti (Alitalia, Air Italy, Blue Panorama, Ernest Airlines).
Quanto descritto sta determinando una grande crisi di manodopera con sottorganico diffuso nei vari aeroporti proprio oggi che, il comparto aereo (non più soggetto a qualsivoglia forma di restrizione), è ripartito a gran velocità con percentuali di passeggeri trasportati che superano addirittura i dati del 2019 (1). Questo cocktail micidiale - sottorganico e aumento dei voli - ha prodotto nella sola Europa 15.700 voli cancellati dalle compagnie per il mese di agosto, che rappresenta il 60% di tutte le cancellazioni di voli globali. L'aeroporto di Londra Heathrow ha cercato di limitare il numero di passeggeri in partenza da 104.000 a 100.000 al giorno fino a settembre per cercare di arginare il caos alle linee di sicurezza e al check-in e allo stesso modo stanno facendo negli scali di Amsterdam e Francoforte. In termini generali gli aeroporti europei - tra giugno e luglio - hanno affrontato una media di 50% dei voli in partenza decollati in ritardo, e di circa 7/8% dei voli schedulati cancellati.  

 

I lavoratori non stanno a guardare e si stanno mobilitando in tutta la UE

Tra i vari motivi dei ritardi e delle cancellazioni di cui parlavo precedentemente, ce n’è uno che ha un valore assoluto ed è dato dalle tante mobilitazioni che si stanno animando negli ultimi mesi in differenti aeroporti europei, che sta vedendo protagonisti lavoratori e lavoratrici del comparto aereo sia di terra che di volo. Mobilitazioni che vedono alla base delle rivendicazioni la richiesta di migliori condizioni di lavoro ed economiche dopo che la crisi pandemica ha intaccato profondamente le tasche dei lavoratori, che si ritrovano ora a lavorare con enormi carichi di lavoro e con i salari fermi da anni, mentre l’inflazione rulla a gran velocità.
La scintilla l’abbiamo avuta tra aprile e maggio presso l’aeroporto Schiphol di Amsterdam (il terzo aeroporto in Europa per numero di passeggeri) dove nella giornata del 23 aprile i lavoratori e le lavoratrici dei servizi di terra della Klm hanno deciso di incrociare le braccia, mandando totalmente nel caos lo scalo olandese (2). Da subito i media hanno etichettato come “selvaggia” questa iniziativa di lotta quando di selvaggio ci sono solo le condizioni di lavoro che vengono imposte ai lavoratori che giustamente le vogliono migliorare con ogni mezzo necessario. Tale mobilitazione ha messo a terra 147 voli e migliaia di bagagli, bloccando all’interno dello scalo un numero ingente di passeggeri, tanto da costringere la direzione aeroportuale ad invitare i clienti a non venire più in aeroporto per motivi di sicurezza. Se pur con impatti minori la mobilitazione ha continuato per altre giornate fungendo da catalizzatore per altre iniziative in diversi aeroporti come ad esempio a Bruxelles con uno sciopero il 20 giugno che ha bloccato lo scalo belga, o Parigi con sciopero e manifestazione il 1° luglio all’aeroporto di Roissy.
Questa importante onda di mobilitazione non sta riguardando solo i lavoratori e le lavoratrici aeroportuali, ma sta coinvolgendo anche il personale navigante delle compagnie aeree, tra cui i vettori low cost. La grande novità è proprio la scesa in campo degli equipaggi di Ryanair, Vueling, EasyJet, Transavia, Volotea: stiamo parlando di lavoratrici e lavoratori che subiscono le peggiori condizioni normative ed economiche del settore (ora anche in Ita Airways). Oltre che a mobilitarsi, stanno mettendo in pratica la giusta tattica di lotta, ossia indire giornate di sciopero unitarie in diverse compagnie e Paesi, come avvenuto l’8 e 25 giugno e il 17 luglio in Spagna, Italia, Francia, Portogallo e Belgio. La situazione più interessante è quella della penisola iberica dove i 2 sindacati Uso e Sitcpla hanno indetto una serie di scioperi in Ryanair dall’8 agosto fino al 9 gennaio, mentre per quanto riguarda EasyJet saranno i piloti a fermarsi per diversi giorni durante il mese di agosto; ma ci sono anche altre importanti mobilitazioni che si stanno animando in British Airways e in Lufthansa dove lo sciopero del 27 luglio, che ha cancellato migliaia di voli, ha permesso di raggiungere una prima vittoria parziale con un aumento contrattuale pari al 19%.

 

Uniamo le lotte per un settore aereo pubblico e sotto il controllo dei lavoratori

Le tante lotte in corso nei cieli di Europa parlano tutte la stessa lingua, ossia la lotta contro lo sfruttamento non più sostenibile e vista la loro combattività e composizione (sta vedendo in prima linea i lavoratori più sfruttati), sono di buono auspicio per una prossima fase di lotte, che dovrà vedere uniti i lavoratori al di fuori delle barriere sindacali e territoriali. In tal senso stanno svolgendo un ottimo lavoro alcuni sindacati combattivi aderenti alle Rete sindacale di solidarietà e lotta (3), per portare avanti una battaglia che rivendichi migliori condizioni di lavoro, il diritto di sciopero e di rappresentanza e il contrasto al consociativismo tra padroni e burocrazie sindacali. Una battaglia che parta sì da rivendicazioni come la diminuzione di orario di lavoro a parità di salario, ma che avanzi fino alla richiesta dell’esproprio senza indennizzo degli aeroporti e delle compagnie da porre sotto il controllo dei lavoratori: unico modo per liberare il settore dal dominio del profitto che sta generando solo sfruttamento e devastazione ambientale. Sarà un autunno molto duro da affrontare ma unendo le lotte che si stanno alimentando in Europa, tra cui l’eroica resistenza dei lavoratori ucraini, potremmo respingere gli attacchi e creare le basi per costruire una società completamente differente, una società socialista.

 

Note

1) https://www.forbes.com/sites/alexledsom/2022/07/18/europe-travel-situation-now-the-good-the-bad-and-the-covid-ugly/?sh=3bc80df46561

2) https://www.corriere.it/cronache/22_aprile_23/amsterdam-caos-all-aeroporto-lo-sciopero-personale-non-venite-fd7accb0-c2f9-11ec-b8f2-6e6ac278e36c.shtml  

3) http://www.laboursolidarity.org/TRANSPORT-AERIEN-DECOLLAGE-DES?lang=fr

 

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