Partito di Alternativa Comunista

Gli odg approvati

Ordine del giorno

Per una campagna per l'occupazione delle fabbriche

e la costruzione di comitati di lotta

 

Il secondo congresso del Partito di Alternativa Comunista impegna gli organismi e le strutture del partito a promuovere - come importante iniziativa della fase politica che si apre - una campagna per l'occupazione delle fabbriche e per la costruzione di comitati di lotta nelle aziende che chiudono e licenziano, di organismi di coordinamento territoriale e nazionale delle lotte e di autodifesa dei lavoratori. Le occupazioni delle fabbriche, nella prossima fase di inasprimento della crisi, diventeranno presumibilmente un fenomeno sempre più diffuso di risposta operaia immediata per difendere il posto di lavoro. Indipendentemente dalle modalità in cui nascono e si sviluppano (spesso su indicazione degli stessi dirigenti sindacali, in funzione di trattative al ribasso) e dalle piattaforme rivendicative (talvolta di mera pressione sulla classe padronale, si pensi al caso di Termini Imerese), l'occupazione delle fabbriche mette nei fatti in discussione la "sacralità" della proprietà borghese.
Il PdAC si fa inoltre promotore di una campagna per la costruzione, negli stabilimenti i cui lavoratori sono in mobilitazione, di comitati di lotta, eletti da tutti i lavoratori in lotta, espressione della contrapposizione di classe tra padroni e operai, che vadano oltre la rappresentanza delle Rsu e siano in grado di costituire l'organo di lotta degli strati più sfruttati della classe operaia - precari e immigrati in primis - privi di tutele sindacali.
L'occupazione delle fabbriche e i comitati di lotta possono essere il primo passo di un percorso di lotte ad oltranza che, nella prospettiva del coordinamento su scala nazionale e internazionale delle lotte, possa respingere l'attacco padronale e rovesciare i rapporti di forza a vantaggio della classe lavoratrice, fino all'esproprio - senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori - delle aziende.

 


 

Ordine del giorno

IL PDAC E I LAVORATORI IMMIGRATI

 

Il secondo congresso del PdAC conferma la centralità del lavoro politico con e tra i lavoratori immigrati. Consideriamo il processo migratorio nel nostro Paese, come in tutti i Paesi imperialisti, strettamente dipendente dalle dinamiche del capitalismo che vedono la necessità, da parte del capitale, di disporre di un esercito di forza lavoro di riserva da utilizzare per accrescere i profitti.  
Nella attuale fase di crisi, in particolare, si rivela in maniera accentuata come i lavoratori immigrati rappresentano la frazione della classe operaia per prima sotto attacco da parte dei processi di ristrutturazione capitalistica in atto: licenziamenti, lavoro nero, aumento dello sfruttamento, bassi salari e assenza dei diritti più elementari.
Parte di questo attacco sono le campagne ideologiche di stampo razzista che la borghesia ed i suoi governi (di centrodestra e di centrosinistra) stanno mettendo in atto per riaffermare il proprio dominio sull'intera classe operaia, dividendo i lavoratori e cercando di impedire che si organizzino, come classe, nella lotta all'attacco profondo imposto dalla crisi.
Riconoscendo, dunque, una matrice di classe nelle tendenze razziste e xenofobe presenti nella società, rifiutiamo ogni approccio antirazzista di stampo "umanitario" e interclassista. Riteniamo che il razzismo e la xenofobia possano essere sconfitti in una più generale battaglia contro il sistema capitalistico, comprese le sue costruzioni ideologiche, e per l'unificazione in una prospettiva di lotta di tutta la classe lavoratrice, immigrata e autoctona.
I lavoratori immigrati nel nostro paese rappresentano una consistente parte della manodopera legata prevalentemente all'edilizia, al terziario, all'assistenza e al lavoro domestico, all'agricoltura e costituiscono spesso i settori più sfruttati, sottopagati, meno tutelati dal punto di vista sindacale. La borghesia e i suoi governi, sulla scia delle politiche sull'immigrazione dei paesi imperialisti europei, tendono al controllo di tali lavoratori attraverso leggi di stampo razzista.
La recente legge Maroni, oltre a istituire pesanti misure repressive nei confronti di ogni forma di conflitto, sferra un ulteriore attacco ai lavoratori immigrati, in continuità con le leggi dei precedenti governi (Turco-Napolitano, Bossi-Fini, Decreto Amato-Ferrero). Leggi che con il fine dichiarato di "regolamentare" i flussi di manodopera, nella sostanza rendono questi lavoratori ricattabili e privi di diritti. Diritti che, per questa via, vengono ridotti anche per i lavoratori italiani.
Il Pacchetto sicurezza, redatto con il contributo essenziale della Lega, che incarna i più retrivi istinti razzisti e xenofobi, introduce il reato di clandestinità ed espone i lavoratori immigrati privi di permesso di soggiorno a misure repressive come la reclusione fino a sei mesi nei Centri di identificazione ed espulsione, vere e proprie galere, e la vera e propria espulsione.
Riteniamo che vada contrastata con forza la frammentazione in atto tra lavoratori immigrati e italiani. Occorre smascherare la cosiddetta "sicurezza" procurata dai provvedimenti del governo, il disegno della borghesia volto a colpire i lavoratori immigrati per colpire tutta la classe operaia e recuperare un'unità nelle lotte contro l'unico nemico rappresentato dai padroni e dai loro governi.
L'esperienza di organizzazione e di lotta che i lavoratori immigrati hanno messo in atto in questi anni in Italia va estesa. Sosteniamo tutte le forme di autorganizzazione che rendono più forte questa frazione della classe operaia dinanzi agli attacchi della borghesia, per l'acquisizione dei diritti come la casa, la sanità, l'istruzione, il diritto di voto e di cittadinanza a cominciare da quella dei loro figli. Sosteniamo ogni forma di autodifesa degli immigrati contro gli attacchi razzisti e xenofobi e ogni forma di resistenza al razzismo e alle discriminazioni attuate dalle istituzioni.
Lavoriamo per l'estensione su scala nazionale di comitati di lavoratori italiani e immigrati per unificare le lotte e attuare una vera solidarietà di classe, come strutture di  avanguardia nei quartieri e nei luoghi di lavoro.
Italiani e immigrati, stessa classe, stessa lotta!

 


 

Ordine del giorno

SOLIDARIETA' DI CLASSE AGLI IMMIGRATI

BARBARAMENTE AGGREDITI A ROSARNO

 

Il secondo congresso del Partito di Alternativa Comunista esprime piena solidarietà di classe ai lavoratori immigrati (in prevalenza impegnati nel bracciantato agricolo) che hanno subito, a Rosarno, una barbara aggressione da parte delle forze dell'ordine il borghese e di bande razziste.
Ancora una volta, come avvenne a Castelvolturno circa un anno fa, uno dei settori di classe più colpiti dalla crisi, sfruttati, vittime del lavoro nero e privi dei più elementari diritti (primo fra tutti il permesso di soggiorno) alza la testa.
E per questo si abbatte su questi lavoratori la repressione legittimata dal clima di intolleranza razziale che i governi di entrambi gli schieramenti (di centrodestra e di centrosinistra) e il padronato fomentano per dividere la classe lavoratrice e per scaricare su di essa gli effetti della crisi del sistema.
La reazione del governo (Maroni e La Russa) infatti spinge sul pulsante della "tolleranza zero", riducendo il tutto ad un problema di ordine pubblico e criminalizzando i lavoratori ritenuti, ormai, criminali perchè, per loro, la clandestinità oltre ad essere un reato, alimenta la  violenza.
Si tratta invece della violenza del capitalismo che si serve anche delle organizzazioni criminali per poter sopravvivere, della violenza dello Stato e dei suoi governi, "comitati di affari della borghesia".
Di fronte alla recrudescenza delle politiche di esclusione e intolleranza razziale, a partire dalle leggi Turco-Napolitano e Bossi-Fini e dai recenti provvedimenti sulla "sicurezza" di Amato e Maroni, fino alla istituzione delle "ronde", i lavoratori immigrati pagano per primi i costi della crisi. Il PdAC difende il diritto degli immigrati al permesso di soggiorno senza alcuna condizione, alla cittadinanza, a un posto di lavoro, a salari dignitosi, all'autodifesa organizzata per respingere gli attacchi razzisti e xenofobi sia che provengano da squadre razziste anche di stampo mafioso-criminale,che dalle forze dell'ordine borghese.

 


Ordine del giorno

2010: SETTANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI TROTSKY

 

Il secondo congresso del Partito di Alternativa Comunista impegna gli organismi eletti dal congresso stesso a organizzare, in occasione del settantesimo anniversario della morte di Trotsky (1940-2010), una serie di iniziative politiche ed editoriali al fine di ribadire l'attualità del programma trotskista.
Il trotskismo - cioè il marxismo rivoluzionario odierno - non è per PdAC un richiamo rituale: è il programma dell'organizzazione centralista-democratica del partito, della ricostruzione della Quarta Internazionale, del potere dei lavoratori, cioè della dittatura del proletariato.
Il PdAC, in quanto unica forza in Italia che si richiama al trotskismo nel programma, nell'organizzazione e nella costruzione internazionale, si impegna a organizzare per l'anno 2010, in accordo con le altre sezioni della Lit:
- un seminario di formazione nazionale dedicato a Trotsky e al programma dei trotskisti;
- una pubblicazione di testi di Trotsky;
- un'assemblea nazionale, con ospiti internazionali della Lit, in ricordo della morte del grande rivoluzionario.
Tali iniziative non hanno ovviamente nulla a che fare con il culto della personalità o con il culto dei "testi sacri": il trotskismo per i rivoluzionari è un programma, non una persona. Nello spirito del marxismo, nessun testo è immutabile ma necessita - fermi restando i principi rivoluzionari del bolscevismo - di un adattamento al contesto economico e politico. Ricordare la figura del grande rivoluzionario significa per il PdAC mettere in pratica oggi - nella stagione di lotte operaie che si apre - i principi del marxismo rivoluzionario.


Ordine del giorno

SOSTEGNO ALLA CANDIDATURA DI ZE' MARIA

PER LE ELEZIONI DEL BRASILE

 

Il 2° Congresso nazionale del Partito di Alternativa Comunista (PdAC), sezione italiana della Lit‑Ci, preso atto della precandidatura del compagno Zé Maria, storico ed autorevole dirigente politico del proprio partito fratello, il Pstu, e riconosciuto dirigente sindacale di Conlutas, alla carica di presidente del Brasile, dichiara la propria soddisfazione per l'unica candidatura classista che si esprimerà nella prossima competizione elettorale, in grado per questo di attrarre oggettivamente settori dell'avanguardia operaia e popolare brasiliana e di rafforzare il Pstu e la stessa Lit‑Ci nella battaglia per la ricostruzione della IV Internazionale; dichiara altresì il proprio incondizionato sostegno alla candidatura e impegna la propria struttura militante ad organizzare una campagna italiana - e, insieme alle altre sezioni d'Europa della Lit‑Ci, continentale -  di appoggio alla candidatura del compagno Zé Maria.


Ordine del giorno

L'assemblea nazionale del 23 gennaio

Il secondo congresso del Partito di Alternativa Comunista ritiene importante partecipare all'assemblea nazionale di coordinamento delle aziende in lotta convocata a Roma il 23 gennaio 2010.


ordine del giorno

TESSERAMENTO SIMPATIZZANTE 2010

 

In adempimento all'art. 2 punto 2 dello Statuto del PdAC si dà mandato al CC per prevedere per il 2010 la stampa e la distribuzione delle tessere simpatizzanti.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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