Partito di Alternativa Comunista

L'alternativa comunista nelle lotte e nei movimenti

L'alternativa comunista nelle lotte e nei movimenti

Pc-Rol coi lavoratori e i giovani contro il governo dell'Unione

 

di Roberto Angiuoni

 

"Dedico questa elezione agli operai e alle operaie" (Fausto Bertinotti nel suo discorso d'insediamento alla Presidenza della Camera). "Oltre il danno, la beffa": così avranno lamentato tutti quegli operai e giovani lavoratori che hanno confidato e creduto in questi anni nella bontà politica del Prc; gli stessi che, con uno sforzo mnemonico minimo, avranno malinconicamente ricordato con quanta enfasi ed energia retorica Bertinotti gridasse, fino a pochi mesi fa, contro l'illusione delle politiche riformatrici e la tentazione della "presa del potere".

Dev'esser tutt'altro che piacevole, infatti, sentirsi chiamare in causa, con finto encomio, dal secondo scranno del Parlamento borghese italiano (lo stesso che, in questi anni meglio che in altri, ha varato, talvolta col consenso esplicito di Rifondazione -vedi Pacchetto Treu- e talvolta col suo sterile disappunto, le peggiori riforme contro le classe operaia e i ceti medio-bassi del Paese), come è stato per tanti certamente penoso assistere all'iniziazione governativa di un leader che, ovviamente a torto, è stato a lungo individuato come un possibile punto di riferimento delle lotte.

 

Il tradimento di Rifondazione

 

È chiaro a questo punto quanto ingannevole e posticcio sia stato il sostegno offerto dal Prc ai movimenti, lungo quella fase politica che è partita pressappoco da Genova e che per il partito di Bertinotti e Giordano si è praticamente chiusa con l'ingresso -lautamente premiato- nel governo dei banchieri e della grande industria italiana. Avevamo già annunciato -pur privi di particolari doti divinatorie- l'epilogo di questa avventura più che interessata dei bertinottiani all'interno dei movimenti: l'investimento nelle lotte del Prc, il suo inserirsi nelle grandi manifestazioni di dissenso contro la guerra, la globalizzazione, le ingiustizie sociali del sistema economico capitalista erano manifestamente funzionali a garantire alla burocrazia dirigente bertinottiana da un lato la fiducia dei lavoratori e delle nuove generazioni critiche; dall'altro un prestigioso biglietto da visita per accreditarsi quale necessario e principale intermediario -insieme con la Cgil di Epifani- tra i lavoratori e i biechi interessi della borghesia italiana. Sappiamo, nella scelta tra le due sponde, per chi parteggerà la direzione del Prc: sarà proprio Rifondazione, infatti, il solvente dei poteri forti contro la tensione sociale; e sarà quella stessa direzione ad impegnarsi per asportare coscienza ai movimenti, quando prenderanno il via le agognate manovre dei padroni contro i diritti -e i salari- dei lavoratori.

 

Il Prc è sempre più avverso ai movimenti

 

Ripercorrere tutto il cammino che ha visto il Prc allontanarsi progressivamente, e in particolare negli ultimi mesi, dalle domande di lotta dei movimenti richiederebbe un numero intero e speciale del nostro giornale. Tuttavia, basta citare soltanto alcuni degli ultimi avvenimenti politici italiani per capire quanto sia risoluto e determinato il passaggio del Prc dall'altra parte della barricata di classe.

Dopo gli episodi milanesi di sabato 11 marzo e gli scontri di Porta Venezia, nessuna voce "autorevole" di via del Policlinico si è levata in difesa dei compagni arrestati o, tanto meno, in una direzione critica verso quanti, a partire dai dirigenti più in vista dell'Unione, hanno commentato quella manifestazione antifascista -che pur si è espressa, a nostro giudizio, attraverso forme di protesta autoreferenziali e poco condivisibili- alla stessa stregua di un vero e proprio esercizio di terrorismo di piazza (!).

Sono poi note a tutti le recenti aperture di Rifondazione -non a caso, contestuali all'elezione di Bertinotti alla Presidenza della Camera e alla definizione degli ultimi accordi per le amministrative di Torino- ai lavori della Tav in Piemonte (e ci chiediamo cosa diranno gli iscritti locali del Prc che, dopo aver prodotto fiumi di materiale e dossier contro le vergogne di quelle linea ferroviaria; dopo aver rimediato nella Val di Susa un bel po' di sonore e democratiche manganellate da parte dei tutori dell'ordine borghese, sono costretti ora a disciplinarsi a quella che sarà l'opinione tecnica in materia del neutralissimo "Osservatorio" eletto dagli stessi poteri finanzianti la Tav), come la disponibilità di Nichi Vendola alla costruzione della linea ad alta velocità Bari-Napoli.

Il 25 aprile, invece, l'ennesima berlina bertinottiana viene inflitta a quei giovani e militanti di sinistra che, del tutto legittimamente e con la nostra piena solidarietà, hanno "osato" fischiare e, a ben donde, insultare la Moratti, presentatasi al corteo di Milano in compagnia del vispo ed eroico babbo in carriola. Il primo a esternare il proprio punto di vista è stato l'on. Presidente della Camera, che ha espresso la sua immediata e "totale solidarietà politica ed umana" allo stesso ministro dell'istruzione contro cui tanti studenti, insegnanti e ricercatori -a questo punto non crediamo più sostenitori di Rifondazione Comunista- hanno lottato in questi cinque anni di berlusconismo. Lo ha seguito a ruota il fedele e ligio nuovo segretario del Prc, Franco Giordano, che ha così bollato, sul Corriere della Sera del 27 aprile, i fischi contro la candidata a Sindaco di Milano: "Inopportuni. La manifestazione aveva il segno dell'unità del Paese. Esprimo solidarietà a Letizia Moratti e a suo padre". D'altronde l'accesso nello stesso governo che manterrà le linee essenziali della criminosa Legge Biagi e della riforma classista sulla scuola e l'Università di Letizia Moratti non può che richiedere un restrittivo codice di comportamento che Rifondazione si è premurata di rispettare in pieno. Ed è in ossequio a questo codice e per sottostare a questo vincolo di legislatura che il Prc s'appresta -come in sostanza ha sancito l'ultimo Cpn di Rifondazione- a votare il rifinanziamento della missione militare e coloniale italiana in Afghanistan; ed è per lo stesso motivo che vediamo di volta in volta Fausto Bertinotti commuoversi e sciorinare lacrime per i medesimi soldati italiani che (ogni tanto rimettendoci la vita) con grande zelo stanno depredando l'Iraq e Nassiriya.

 

Pc Rol per un "nuovo inizio" delle lotte

 

Tuttavia, quel che accade nella sinistra italiana non ci stupisce. E in un certo senso, ci offre perfino motivi di ottimismo. Già Lenin nell'ottobre del 1905 scriveva "Se i capitani e i transfughi politici si danno tanto da fare sul ponte di comando della nave, vuol dire che il vento rivoluzionario soffia in pieno". (cit. in Studenti ed operai uniti nella lotta).

Questo vento ha soffiato forte in Francia, dove gli studenti hanno costretto il governo al ritiro del Cpe, hanno portato in strada milioni di persone, espressione di tante realtà emarginate del Paese e ci hanno insegnato, come fu già ai tempi della caduta di Juppè, come si conduce una lotta ad oltranza, anche a dispetto dei "suggerimenti" mitigativi provenienti da Pcf, sindacati e, per un certo verso, anche dal lato dei sedicenti trotskisti della Lcr e di Lo . Un vento che "rischia" di spirare anche In Italia, dove -scopriamo finanche dai dati della Banca d'Italia- il 50% dei giovani tra i 15 e i 29 anni vive (si fa per dire) di un contratto a termine, dove finire gli studi è anche più di un privilegio, dove i diritti salariali, sindacali, previdenziali (ecc...) dei lavoratori e delle donne lavoratrici subiscono ogni giorno un arretramento spaventoso.

Ed è per questo che Progetto Comunista-Rifondare l'opposizione dei lavoratori farà di tutto per offrire alfine alle classi subalterne un'alternativa vera, dopo il tradimento di Rifondazione e dei vecchi dirigenti del movimento alter-global (trasmigrati nel Parlamento europeo, a fianco degli apologeti di Maastricht e della Bolkenstein -come nel caso di Agnoletto- o sotto l'ala protettiva di Prodi, come accade oggi per i vari Caruso, Grassi e Cannavò, o ancora impegnati a tirar l'acqua nel mulino di Veltroni a Roma, come stanno facendo nella mia città Nunzio D'Erme, Action e autorevoli esponenti del sindacalismo di base).

Ma, nonostante tutto, in questi anni ampi settori di massa hanno dimostrato che le politiche dei padroni e dei loro rappresentanti nel movimento operaio possono essere contestate; soprattutto nel mondo giovanile crescono i desideri di lotta e mobilitazione. Si tratta ora, da parte di Pc-Rol, d'intervenire perchè questi desideri raggiungano la loro massima potenzialità, dischiudendosi completamente verso soluzioni di conflitto radicali e apertamente anti-capitalistiche. Si tratta al tempo stesso, da parte di nostra e dei compagni che vorranno aderire alla nostra giovanissima organizzazione, di dotare il movimento operaio di una nuova direzione, capace di unificare le lotte dei precari, degli immigrati e dei giovani lavoratori intorno a rivendicazioni unificanti, transitorie e duttili; attorno ad un programma che funga da ponte tra coscienza attuale delle masse e necessità di distruzione dell'attuale sistema economico. Più in particolare, proporremo da subito all'insieme dei movimenti italiani di sommarsi a noi in un fronte unico di lotta contro l'operato del nuovo governo di Prodi, Bertinotti e Padoa Schioppa e nell'opposizione ferma e senza sconti al governo della settima potenza imperialista del mondo. Un'opposizione che non sia più testimoniale o di facciata (come fu per il Prc nella legislatura di D'Alema e Amato; come è stata quella del Prc, dei Comunisti Italiani e della Cgil contro il guerrafondaio e reazionario Berlusconi ), ma un'opposizione che miri, senza timori di ogni sorta, allo sciopero generale prolungato per la cacciata del Governo Prodi e dei suoi portaborracce di Rifondazione Comunista.

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