Partito di Alternativa Comunista

L'odio per chi

Brevinlotta

L'odio per chi è diverso è una questione di classe

 

Il razzismo sta diventando sempre più motivo di cronaca. Si legge ogni giorno di episodi d’odio razziale prontamente utilizzati dal padronato e dai suoi agenti prezzolati come pretesto per attaccare le condizioni di vita dei lavoratori immigrati ma anche di quelli nativi. Numerosi episodi si sono susseguiti negli ultimi tempi; tant'è che ricordarne solo i più recenti è uno sforzo non del tutto indifferente. Si potrebbero ricordare gli attacchi ai campi Rom di Napoli nel quartiere Ponticelli, l’aggressione e la distruzione di negozi di immigrati nel quartiere romano del Pigneto, le scritte minatorie nei confronti di un altro immigrato peraltro perfettamente integrato a Genova, l’aggressione da parte di tre bipedi (alias vigili urbani) dalla calotta cranica più vuota del grembo di chi subisce una gravidanza isterica a Termoli nei confronti di un ambulante extracomunitario sprovvisto della licenza di vendita (davvero un terrorista!), l’aggressione di una decina di teppisti con evidenti simpatie razziste nei confronti di due omosessuali che avevano osato baciarsi sotto al Colosseo (un’offesa troppo grande al machismo di questi primati dalle sembianze umanoidi!) arrivando fino all’increscioso avvenimento dell’arresto del compagno Pedace (antirazzista e dirigente di Socialismo Rivoluzionario) che aveva avuto l’impudenza di chiedere spiegazioni ai poliziotti che stavano effettuando una violenta retata nei confronti di un gruppo di extracomunitari. Non continuiamo nell’elenco ma ci addentriamo nella ricerca delle cause e delle soluzioni di questo problema sociale che si staglia con evidenza nel suo portato essenzialmente di classe. Storicamente l’odio nei confronti del diverso (nel fisico, nel colore della pelle, nel look, nel pensiero politico, etc.) è sempre stato uno dei cavalli di battaglia della destra populista per attrarre a sé larghi strati del sottoproletariato suburbano. Oggi, rispetto al passato, il capitale ha bisogno di un attacco su larga scala alle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori immigrati ed italiani; in questo senso possono leggersi le campagne governative (sia di centrodestra che di centrosinistra) contro l’immigrazione clandestina attraverso una progressiva militarizzazione delle città e la creazione ad hoc di un clima di crescente timore nei confronti del “diverso”. Tutto ciò per due motivi: il primo è quello per cui il capitalismo sta vivendo una fase di decadenza, è dunque finito il tempo delle briciole dei profitti per i lavoratori ed è arrivato quello delle manganellate su chiunque s’opponga alla disarticolazione dell’impianto di diritti e tutele faticosamente conquistato con anni di lotte; il secondo è quello di dividere i lavoratori italiani e quelli immigrati creando artatamente un clima di contrapposizione etnica e razziale totalmente inesistente alfine di evitare la micidiale unione di tutti i lavoratori nella lotta che spodesti i padroni dai loro scranni di potere e privilegi.

È per opporsi a questi dati di fatto inoppugnabili ed oggettivi che il Partito di Alternativa Comunista appoggia e partecipa ad ogni momento di lotta e mobilitazione che veda protagonisti, uniti, i lavoratori immigrati e quelli italiani.

Perché l’unica contrapposizione che si può accettare nel quadro di un sistema capitalistico è quella tra il mondo del lavoro ed il capitale. E noi, da marxisti rivoluzionari, ci poniamo incondizionatamente al di qua della barricata degli oppressi, qualunque sia la loro nazionalità (Cludio Mastrogiulio)

 

 

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