Brasile
Assemblea di
massa per il 30°
della Lit-Quarta
Internazionale
In milleduecento
alla celebrazione internazionalista
di Diego Cruz, del
Pstu*

Una grande assemblea internazionalista,
svoltasi durante il congresso della Csp-Conlutas (la Confederazione Sindacale e
Popolare del Brasile, il più grande sindacato di classe dell’America Latina,
ndt), ha riunito alcuni dei settori più combattivi della classe lavoratrice e
dei movimenti sociali del Brasile. L’assemblea è stata trasmessa in diretto sul
sito della Lit, con più di duemila internauti connessi.
L’assemblea di commemorazione dei trent’anni
della Lega Internazionale dei Lavoratori – Quarta Internazionale (Lit) non
poteva svolgersi in un momento migliore. Si è svolta la sera del 28 aprile e ha
entusiasmato un pubblico di oltre 1200 persone che hanno assistito per due ore e
mezza agli interventi di vecchi e nuovi militanti di questa organizzazione
internazionale, che è stata fondata dal dirigente trotskista Nahuel Moreno nel
1982 e che oggi è presente in 23 Paesi del mondo.
L’assemblea è stata aperta dai dirigenti del Pstu brasiliano (la sezione brasiliana della Lit, ndt) Dirceu Travesso, Vanessa Portugal e Ana Luiza, che hanno chiamato a formare la presidenza i rappresentanti di altre sezioni lì prsenti della Lit-Quarta Internazionale - e di partiti simpatizzanti – di Brasile, Argentina, Costa Rica, Cile, Perù, Uruguay, Paraguay, Usa, Inghilterra, Belgio, Italia e Spagna. E’ stato invitato alla presidenza dell’assemblea anche Didier Dominique, il rappresentante di Bataille ouvrière (Battaglia operaia), organizzazione di Haiti.
L’assemblea è stata aperta dai dirigenti del Pstu brasiliano (la sezione brasiliana della Lit, ndt) Dirceu Travesso, Vanessa Portugal e Ana Luiza, che hanno chiamato a formare la presidenza i rappresentanti di altre sezioni lì prsenti della Lit-Quarta Internazionale - e di partiti simpatizzanti – di Brasile, Argentina, Costa Rica, Cile, Perù, Uruguay, Paraguay, Usa, Inghilterra, Belgio, Italia e Spagna. E’ stato invitato alla presidenza dell’assemblea anche Didier Dominique, il rappresentante di Bataille ouvrière (Battaglia operaia), organizzazione di Haiti.
Senza la Lit
non esisterebbe il Pstu
Senza la Lit non esisterebbe il Pstu. Il
dirigente del Pstu brasiliano Eduardo Almeida ha focalizzato l’attenzione sulle
sfide e le difficoltà per i rivoluzionari di fronte al governo Dilma (l’attuale
governo del brasile presieduto da Dilma Rousseff, cioè il governo del Pt di
Lula, ndt). “Vedo molti compagni che sono impressionati dalla popolarità del
governo di Dilma. Ma anche nell’epoca della dittatura, nel 1976, per esempio, la
dittatura sembrava invincibile; e due anni fa le masse popolari egiziane non
immaginavano di poter rovesciare il governo Mubarak”, ha affermato.
Edu (così i compagni brasiliani chiamano Eduardo Almeida, tra i principali dirigenti del Pstu, ndt) ha ricordato le difficoltà della decade degli anni Novanta per tutta la sinistra, in particolare per chi si batteva per il socialismo. “In quegli anni, pensare alla rivoluzione appariva come qualcosa di lontano”, ha detto, sottolinando come invece “oggi le rivoluzioni in Nord Africa e le mobilitazioni in Europa mostrano che la situazione è cambiata; ora tutto quello che appariva indistruttibile si dissolve nell’aria”. Il dirigente del partito brasiliano ha strappato applausi quando ha detto che “oggi siamo una minoranza, ma il futuro ci appartiene”.
Edu ha sottolineato, inoltre, una specificità della Lit in tutti questi anni: la morale proletaria, in contrapposizione alla morale del “tutto è lecito”, che ha caratterizzato quasi tutte le organizzazioni rivoluzionarie. “Noi abbiamo una morale, che è quella della solidarietà dei picchetti, della solidarietà di chi lotta”. Sottolineando l’importanza dell’organizzazione internazionale, Almeida ha ricordato che “senza la Lit non esisterebbe il Pstu”.
Edu (così i compagni brasiliani chiamano Eduardo Almeida, tra i principali dirigenti del Pstu, ndt) ha ricordato le difficoltà della decade degli anni Novanta per tutta la sinistra, in particolare per chi si batteva per il socialismo. “In quegli anni, pensare alla rivoluzione appariva come qualcosa di lontano”, ha detto, sottolinando come invece “oggi le rivoluzioni in Nord Africa e le mobilitazioni in Europa mostrano che la situazione è cambiata; ora tutto quello che appariva indistruttibile si dissolve nell’aria”. Il dirigente del partito brasiliano ha strappato applausi quando ha detto che “oggi siamo una minoranza, ma il futuro ci appartiene”.
Edu ha sottolineato, inoltre, una specificità della Lit in tutti questi anni: la morale proletaria, in contrapposizione alla morale del “tutto è lecito”, che ha caratterizzato quasi tutte le organizzazioni rivoluzionarie. “Noi abbiamo una morale, che è quella della solidarietà dei picchetti, della solidarietà di chi lotta”. Sottolineando l’importanza dell’organizzazione internazionale, Almeida ha ricordato che “senza la Lit non esisterebbe il Pstu”.
Oppressione e
internazionalismo
La lotta all’oppressione, nell’ambito della
lotta per il socialismo, è stata al centro dell’intervento di Vera Lúcia, donna,
nera, operaia e dirigente del Pstu di Aracaju (la capitale dello Stato
brasiliano di Sergipe, nel nord-est del Paese, ndt). “Sono orgogliosa che il
Pstu sia in prima linea nella lotta contro l’oppressione delle donne, delle nere
e dei neri, degli omosessuali”, ha detto. Vera ha denunciato gli intenti
del governo Dilma su queste questioni: “Dilma, che è una donna che è stata
perseguitata, imprigionata e torturata, non governa per le donne lavoratrici”.
La dirigente ha attaccato i governi come quello di Cuba che, ben lungi
dall’essere socialisti, sono dittature che opprimono settori come gli
omosessuali. “Nella società che vogliamo, le donne nere, bianche, omosessuali,
eterosessuali avranno la stessa possibilità di vivere pienamente le loro
differenze”.
Il dirigente italo-senegalese Moustapha Wagne, del Partito di Alternativa Comunista, la sezione della Lit in Italia, ha fatto un intervento emozionante, proclamando la sua fiducia nella lotta e nel futuro socialista dell’umanità. “Solo la lotta paga, la rivoluzione vincerà, non solo in Brasile ma anche in Europa, in Africa, in Asia e in tutto il mondo”, ha affermato, strappando gli applausi della platea.
Da parte sua, Didier Dominique, dirigente di Bataille Ouvrière di Haiti, ha raccontato le sue impressioni sull’internazionalismo militante della Lit. “Non mi dimentico che, quando la delegazione della Csp-Conlutas è stata per la prima volta ad Haiti, il compagno Toninho, davanti alle masse, disse che era necessario bruciare una bandiera brasiliana nella lotta contro l’occupazione militare, e che la Conlutas non avrebbe esitato a farlo”. Didier ha raccontato che quello poi è successo veramente: durante una protesta contro l’occupazione militare sono state incendiate bandiere degli Usa e del Brasile. “Mentre lo facevamo, sapevamo che la Lit era con noi”.
Il dirigente italo-senegalese Moustapha Wagne, del Partito di Alternativa Comunista, la sezione della Lit in Italia, ha fatto un intervento emozionante, proclamando la sua fiducia nella lotta e nel futuro socialista dell’umanità. “Solo la lotta paga, la rivoluzione vincerà, non solo in Brasile ma anche in Europa, in Africa, in Asia e in tutto il mondo”, ha affermato, strappando gli applausi della platea.
Da parte sua, Didier Dominique, dirigente di Bataille Ouvrière di Haiti, ha raccontato le sue impressioni sull’internazionalismo militante della Lit. “Non mi dimentico che, quando la delegazione della Csp-Conlutas è stata per la prima volta ad Haiti, il compagno Toninho, davanti alle masse, disse che era necessario bruciare una bandiera brasiliana nella lotta contro l’occupazione militare, e che la Conlutas non avrebbe esitato a farlo”. Didier ha raccontato che quello poi è successo veramente: durante una protesta contro l’occupazione militare sono state incendiate bandiere degli Usa e del Brasile. “Mentre lo facevamo, sapevamo che la Lit era con noi”.
Ottimismo
rivoluzionario
L’intervento di Valério Arcary ha fatto
passare tutti i presenti dalle risate alle lacrime nel giro di pochi minuti. “Mi
chiedono sempre: ‘Perché voi siete tanto ottimisti? Che cosa mangiate a
colazione?”, evidenziando che tutta la sinistra vive oggi un momento di
“tristezza, depressione”. “Questo ottimismo viene dalla nostra concezione
del mondo, perché sappiamo che le fondamenta che reggono il capitalismo sono
fragili. Hanno ragione coloro che lottano negli Usa e dicono: loro sono solo
l’1%, non possono competere con noi”.
Per Arcary, quell’ottimismo rivoluzionario, che ha definito “critico”, viene anche dalla fiducia nella forza della classe operaia. “Noi confidiamo nella forza della classe operaia, anche nei momenti in cui gli stessi operai non hanno fiducia nella loro propria forza”, ha affermato. “Non dimentichiamo lo sciopero dei petroliferi del 1995, che, dopo poche settimane, ha messo in ginocchio la borghesia, e si trattava solo di 50 mila operai; quando la classe operaia incrocia le braccia, nulla più funziona!”.
Per Arcary, quell’ottimismo rivoluzionario, che ha definito “critico”, viene anche dalla fiducia nella forza della classe operaia. “Noi confidiamo nella forza della classe operaia, anche nei momenti in cui gli stessi operai non hanno fiducia nella loro propria forza”, ha affermato. “Non dimentichiamo lo sciopero dei petroliferi del 1995, che, dopo poche settimane, ha messo in ginocchio la borghesia, e si trattava solo di 50 mila operai; quando la classe operaia incrocia le braccia, nulla più funziona!”.
Contro il
proprio imperialismo
La platea ha applaudito in piedi
l’intervento della compagna Blanca, militante di Voce dei Lavoratori, la sezione
della Lit negli Stati Uniti. Blanca ha ricordato che “per costruire un partito
rivoluzionario nel cuore dell’imperialismo è necessario far parte di
un’Internazionale e lottare con fermezza contro il proprio imperialismo, a
difesa dei Paesi sfruttati e oppressi. Noi, militanti della Lit negli Usa,
portiamo avanti questa bandiera!”.
Un’internazionale costruita nella lotta
La chiusura dell’assemblea è stata affidata
a un dirigente storico della corrente morenista, Eduardo Barragán, uno dei
fondatori della Lit. Barragán ha ricordato che la cornice fondamentale
all’interno della quale è nata l’organizzazione sono stati i fatti della
rivoluzione sandinista, in Nicaragua, scoppiata due anni prima della nascita
della Lit. Moreno, allora dirigente della Frazione bolscevica (precedente della
Lit), constatando che la mobilitazione della classe in Nicaragua passava per il
Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (Fsln), fece appello alla più ampia
unità d’azione contro la dittatura di Somoza, organizzando la brigata
internazionalista Simón Bolívar, per lottare al fianco dei
sandinisti.
“Arrivarono migliaia di volontari nelle nostre sedi”, ha ricordato. “E in quel momento tutte le organizzazioni guerrigliere, lo stalinismo ecc. erano contro la rivoluzione in Nicaragua”, ha ricordato. La scelta internazionalista della corrente da cui nacque la Lit è stata messa alla prova col sangue: abbiamo avuto cinque morti e moltissimi feriti. Ma Barragán ha ricordato anche che in quel momento storico non è sorta solo la Lit, ma anche la politica dei nostri nemici.
La linea politica della Brigata di organizzare i lavoratori in sindacati indipendenti dopo la caduta di Somoza ha provocato la reazione del governo sandinista: i membri della Brigata sono stati catturati, torturati ed espulsi dal Nicaragua. Questo provocò una diversa collocazione delle correnti trotskiste. Le correnti che prima erano contrarie alla rivoluzione ora stavano al fianco del governo sandinista senza porre condizioni, appoggiando l’incarcerazione e l’espulsione della Brigata. “Si determinò una rottura quando i partiti "trotskisti" si collocarono al fianco del governo borghese. Moreno, di conseguenza, ruppe con quelle correnti e due anni dopo fondò la Lit”.
Quattro anni dopo la sua fondazione, la Lit diventava una delle principali correnti trotskiste al mondo, e il suo partito argentino, il Mas, era la più grande organizzazione trotskista.
Barragan, tuttavia, ha raccontato anche la crisi della sinistra rivoluzionaria negli anni Novanta, che ha fatto sentire i suoi effetti anche tra le file della Lit. Nonostante questo, la Lit, superando questa crisi e sempre nella battaglia per la ricostruzione della Quarta Internazionale, non ha mai abbandonato l’essenziale del programma trotskista: l’obiettivo della presa del potere. Questo mentre la grande maggioranza delle correnti che si proclamavano trotskiste abbandonavano del tutto la prospettiva della lotta per il potere, spesso passando armi e bagagli nel campo borghese.
Barragán ha sottolineato, infine, l’attualità del programma trotskista e delle sfide che attendono la Lit, in un momento in cui il mondo subisce gli effetti della peggiore crisi capitalistica dal 1929, ma dove si danno anche le rivoluzioni nel Nord Africa e nel Medio Oriente. “Abbiamo due grandi sfide davanti: rafforzare il nostro intervento in Europa e costruire la Lit in Medio Oriente e in Nord Africa”.
“Arrivarono migliaia di volontari nelle nostre sedi”, ha ricordato. “E in quel momento tutte le organizzazioni guerrigliere, lo stalinismo ecc. erano contro la rivoluzione in Nicaragua”, ha ricordato. La scelta internazionalista della corrente da cui nacque la Lit è stata messa alla prova col sangue: abbiamo avuto cinque morti e moltissimi feriti. Ma Barragán ha ricordato anche che in quel momento storico non è sorta solo la Lit, ma anche la politica dei nostri nemici.
La linea politica della Brigata di organizzare i lavoratori in sindacati indipendenti dopo la caduta di Somoza ha provocato la reazione del governo sandinista: i membri della Brigata sono stati catturati, torturati ed espulsi dal Nicaragua. Questo provocò una diversa collocazione delle correnti trotskiste. Le correnti che prima erano contrarie alla rivoluzione ora stavano al fianco del governo sandinista senza porre condizioni, appoggiando l’incarcerazione e l’espulsione della Brigata. “Si determinò una rottura quando i partiti "trotskisti" si collocarono al fianco del governo borghese. Moreno, di conseguenza, ruppe con quelle correnti e due anni dopo fondò la Lit”.
Quattro anni dopo la sua fondazione, la Lit diventava una delle principali correnti trotskiste al mondo, e il suo partito argentino, il Mas, era la più grande organizzazione trotskista.
Barragan, tuttavia, ha raccontato anche la crisi della sinistra rivoluzionaria negli anni Novanta, che ha fatto sentire i suoi effetti anche tra le file della Lit. Nonostante questo, la Lit, superando questa crisi e sempre nella battaglia per la ricostruzione della Quarta Internazionale, non ha mai abbandonato l’essenziale del programma trotskista: l’obiettivo della presa del potere. Questo mentre la grande maggioranza delle correnti che si proclamavano trotskiste abbandonavano del tutto la prospettiva della lotta per il potere, spesso passando armi e bagagli nel campo borghese.
Barragán ha sottolineato, infine, l’attualità del programma trotskista e delle sfide che attendono la Lit, in un momento in cui il mondo subisce gli effetti della peggiore crisi capitalistica dal 1929, ma dove si danno anche le rivoluzioni nel Nord Africa e nel Medio Oriente. “Abbiamo due grandi sfide davanti: rafforzare il nostro intervento in Europa e costruire la Lit in Medio Oriente e in Nord Africa”.
(traduzione di Fabiana Stefanoni)
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